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Nel secondo dopoguerra, Ezio Camuncoli scontò la diffidenza e la congiura del silenzio dovute al suo essere stato fascista, fino all'ultimo. Per questa ragione, si è dimenticato che fu celebrato e premiato scrittore e romanziere di talento (basti ricordare Olga Oliana e L'Agenzia Felsner), oltre che affermato giornalista. Ora, a più di cinquant'anni dalla sua scomparsa, si è finalmente orientata l'attenzione verso questo personaggio, nato (e deceduto) a Gatteo, vissuto a Rimini, Venezia, Milano, Ferrara e Roma. Nella ricostruzione della sua figura - oltre che l'indagine di un periodo storico drammatico, durante il quale Camuncoli ha mantenuto fede alla sua ideologia anche dopo l'avvento della Repubblica democratica - l'attenzione si è focalizzato in particolare sulla sua attività letteraria. Messa tra parentesi l'appartenenza a un mondo oggi ormai lontano, non è inutile recuperare uno degli scrittori più brillanti delle province romagnole del Novecento.